Gli effetti del caldo sulla mente

In questi giorni assistiamo a delle ondate di caldo, che in grandi città come Roma rendono le attività , sia lavorative che ricreative molto "complicate". Gli psicologi hanno studiato come il tempo atmosferico influisce sul nostro umore, sul nostro modo di pensare e sulla nostra "voglia di fare": diverse ricerche hanno mostrato come cambia la nostra attività cerebrale in funzione del tempo meteorologico. Negli ultimi anni i ricercatori hanno rilevato che durante i giorni di pioggia i lavoratori rimangono in ufficio più tempo e sono più rapidi a svolgere i compiti assegnatigli. Gli psicologi hanno anche scoperto che durante una bella giornata, tendiamo a fantasticare circa attività piacevoli che potremmo svolgere magari all'aria aperta, e che queste fantasie hanno un effetto sensibilmente negativo sulla concentrazione. 

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Perché avviene tutto ciò?
Gli psicologi sostengono che il nostro cervello diviene "pigro" durante le belle giornate. In un esperimento svolto con degli studenti questi tendevano ad essere meno critici verso le nozioni che gli venivano insegnate, mentre durante le giornate di pioggia il loro senso critico era notevolmente più spiccato. Ai ricercatori occorreva usare argomenti molto più convincenti per persuadere gli studenti. Così i risultati di queste ricerche suggeriscono che il cervello, quando fuori c'è il sole, tende ad usare delle scorciatoie di pensiero, a scapito della capacità d'analisi. E’ facile essere d'accordo che d'estate, con le alte temperature e l'alta umidità abbiamo meno energia e meno attenzione

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Anche le emozioni sono coinvolte in tutti questi processi: sebbene le persone che vivono in posti con più giorni di sole non siano più felici di quelle che vivono in posti dal tempo più rigido, le variazioni giornaliere della durata della presenza del sole influenzano il nostro umore. Siamo più felici mentre si avvicina l'estate e le giornate si allungano, e più tristi quando il tempo diviene piú rigido e le giornate si accorciano.

Quando il caldo è troppo le cose cambiano, e le
performance calano. Sembrerebbe che esista un range di temperature ideali all'interno del quale il nostro cervello "funziona meglio". Diversi studi stanno cercando di individuare le condizioni ottimali del funzionamento psicologico e cerebrale, ma le variabili da tenere sotto controllo sono molte, come appunto temperatura, umidità, ore di sole....

Infine una curiosità: perchè mangiamo il gelato d'estate?

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Sappiamo che i livelli di zuccheri nel sangue (glucosio) influenzano la nostra "voglia di fare" e le nostre capacità cognitive. Alla luce delle ricerche descritte sopra è facile capire come mangiare un gelato serva non solo ad assimilare riserve di glucosio, ma anche a raggiungere le temperature di funzionamento ottimale del cervello.

tratto da "Summer Makes Us Lazy", pubblicato sull'edizione online del newyorker da Maria Konnikova
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