Siamo responsabili delle nostre azioni?
Michael Gazzaniga, Professore di Psicologia all’Università Della California e neuroscienziato, è a capo della parte scientifica di un progetto, il Law and Neuroscience Project della McArthur Foundation, che ha lo scopo di integrare le scoperte neuroscientifiche con il sistema legale . Il progetto è particolarmente orientato a sorvegliare che le neuroscienze non vengano usate in maniera errata nei tribunali, rischio che secondo Gazzaniga si potrebbe in futuro correre.
In una recente intervista spiega come negli ultimi anni le neuroscienze siano state in grado di cominciare a provare a rispondere a domande mai esaminate prima. Ad esempio:
il nostro cervello e la nostra mente sono la stessa cosa?
in che modo la nostra mente psicologica "controlla" il nostro cervello?
è possibile determinare quale sia la condotta moralmente corretta da tenere in una determinata situazione?
il comportamento è innato o determinato culturalmente?
è possibile determinare se un dolore sia fisico o psicologico?
è possibile determinare “neuroscientificamente” se una persona sia ad esempio colpevole di un crimine, di una falsa testimonianza ecc..?
Le risposte a queste domande avrebbero certamente un ruolo fondamentale nell’indirizzare la legge, e il lie detector (macchina della verità) è un esempio di quello che intende.
Si cominceranno a portare le macchine della risonanza magnetica in tribunale? O assisteremo a qualcosa simile a Minority Report?
Gazzaniga afferma come i progressi nelle tecniche di imaging del cervello siano stati molti, ma critica la visione deterministica che prevede che siamo solo i veicoli delle forze dentro di noi. Egli crede invece che siamo responsabili delle azioni che compiamo. La domanda successiva è quella importante per Gazzaniga: cosa dovrebbe fare la società con i "wrong doer", ovvero con chi viola le leggi della comunità nella quale vive?
Secondo Gazzaniga la società modella la "punibilità" di un individuo. Fa un confronto tra la società italiana e quella americana. Gli italiani sarebbero meno propensi a punire, e più a lasciar andare, mentre per gli statunitensi, chi viola le norme deve essere certamente punito, a causa del sistema statunitense, altamente retributivo.
Spiega anche che una recente ricerca ha mostrato che la pena capitale, ancora in uso negli Stati Uniti, non ha nessun effetto deterrente per i crimini.
Il progetto cui Gazzaniga sta partecipando ha come staff non solo neuroscienziati, ma anche avvocati, giudici e filosofi.
Molte domande sono lontane dal trovare una risposta, alcune non la troveranno forse mai, e il confronto con altri tipi di prove, come il DNA, mostra quanto lontani siano i neuroscienziati dal poter stabilire la colpevolezza di un individuo……purtroppo o per fortuna?
fonte: Web
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