La dipendenza da internet

A metà degli anni novanta, gli psicologi e l’opinione pubblica in generale reagirono con ironia e scetticismo alle prime notizie di “dipendenza da internet”.
Oggi non è difficile assistere ad una scena come quella della foto sottostante camminando in una qualsiasi via di una città come
Roma.

dipendenza-da-facebook

Il fenomeno è ampiamente discusso, tanto da meritare una menzione nel prossimo manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali (DSM-V, di prossima uscita). In particolare il dibattito ruota intorno alla domanda se la dipendenza da internet rappresenti un disturbo in sé o se sia la “spia” di un disturbo sottostante, come ad esempio il disturbo ossessivo-compulsivo.

Che tipo di internet crea dipendenza?

Ci sono diversi ambiti legati ad internet che possono portare alla dipendenza. I più pericolosi sono sicuramente quelli legati al gioco d’azzardo e alla pornografia. Negli ultimissimi anni si assiste però anche ad un aumento della dipendenza da social network come Facebook e Twitter. I social network condividono alcuni aspetti con i meccanismi del gioco d’azzardo. La possibilità ad esempio di postare un contenuto e ricevere una risposta in tempo reale può avere come conseguenza un condizionamento molto forte. Paradossalmente anche non ricevere alcuna risposta può avere lo stesso effetto, così come succede quando si perde al gioco. In questo caso è la frustrazione ad essere protagonista, come vedremo meglio in seguito.

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Chi è più colpito dalla dipendenza da internet?

Anni fa gli adolescenti non erano il gruppo di persone più colpite da questo particolare tipo di dipendenza. Nel 1995 la psicologa Kimberly Young, in una sua ricerca, si accorse che le persone più colpite erano quelle intorno ai 40 anni, non occupate, con una lieve maggioranza di donne. Il tempo passato su internet ammontava a circa 40 ore a settimana (escluse le ore lavorative), quindi circa 6 ore al giorno.
Oggi l’accesso ad internet è di certo molto più esteso, e questo non può che aver peggiorato i dati raccolti dagli psicologi negli scorsi anni. In particolare anche gli adolescenti possiedono quasi invariabilmente un cellulare con accesso ad internet.

Perché internet dà dipendenza?

Internet può regalare molte cose, una seconda possibilità sociale (sebben virtuale), una facile ricompensa, o una frustrazione. Questi sono tutti elementi in grado di portare all'instaurarsi di una dipendenza. Il meccanismo cerebrale è legato al sistema limbico, una parte molto antica del cervello, legata alle emozioni, al prendere decisioni. Un uso compulsivo di internet avrebbe come conseguenza del piacere a buon mercato e l'evitamento del dolore emotivo.

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Un intervistato nella ricerca della psicologa Kimberly Young, un ragazzo timido e poco popolare nella sua scuola, dà un perfetta spiegazione di uno dei meccanismi più irresistibili di internet: “I giochi (…) sono per me come una religione, e lì sono veramente un dio e sono rispettato da tutti i giocatori. So che sto giocando con persone molto intelligenti, e sviluppare strategie vincenti e diventare sempre più forte nel gioco mi dà un senso di grande ebrezza”.
Questo non è un ragionamento patologico di per sé, il problema si crea che se il gioco, o Facebook, o un sito di Poker sostituiscono tutte le altre attività, influendo negativamente sulla vita personale della persona.

Come mi accorgo se sono dipendente da internet?

  • Sento di perdere tempo

  • Peggiorano le mie relazioni e la qualità della mia vita

  • Cerco di ridurre il tempo passato su internet, almeno come intenzione

  • Mento circa la durata della mia permanenza online.


Cosa posso fare se credo di essere dipendente da internet?


Se ci si accorge che sono presenti queste caratteristiche, è consigliabile cercare aiuto perché è molto difficile riuscire a vincere una dipendenza, soprattutto con il passare del tempo. Uno
psicologo può aiutare a comprendere se ci sia veramente una dipendenza in atto. Una psicoterapia può essere lo strumento per comprendere se ci siano altre questioni "nostre", delle quali la dipendenza può essere un sintomo o se si possa circoscrivere il lavoro alla sola dipendenza.




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Riferimenti:
"La psicologia di internet", Patricia Wallace, Cortina, 2000.

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