L'ansia. Cosa è e come è possibile affrontarla

La regina del nostro tempo: l'ansia

L'ansia è tra le manifestazioni più diffuse della sofferenza psicologica di questa epoca storica. Le nostre vite sono molto cambiate nel corso degli ultimi decenni: piene di scadenze, orari da rispettare, preoccupazioni derivanti da fattori economici e di salute, di incertezze sul futuro. Viviamo con la costante agitazione di non riuscire ad affrontare tutti gli impegni, di non riuscire a essere abbastanza efficaci e produttivi o di non riuscire a portare a termine qualcosa che vogliamo o dobbiamo fare.

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A cosa serve l'ansia?
L'ansia fece la sua comparsa in tempi molto lontani: si tratta di uno stato psichico scelto dall'evoluzione, nel corso di milioni di anni, come reazione all'attacco di un predatore. La risposta che l'animale (sì, anche gli animali possono provare ansia) mette in atto è quella di una generale allerta e una maggiore attenzione all'ambiente circostante, che gli consentono di prepararsi a fronteggiare l'attacco, fuggendo o contrattaccando. L'ansia è strettamente imparentata con la paura, anche se manca lo stimolo esterno responsabile della reazione: riguarda un possibile evento futuro, mentre nella paura il pericolo è già fisicamente presente.
La reazione più diffusa è quella di cercare di evitare situazioni e persino pensieri che possano provocare ansia. É uno stato che possiamo definire normale, utile in determinate situazioni; naturalmente nelle nostre città non ci sono predatori che ci inseguono per divorarci, quindi nel corso dell'evoluzione ha finito per riguardare la sfera psicologica.

L'ansia buona
Come spesso accade nel lavoro dello psicologo, fu, anni fa, un paziente a farmi riflettere su quella che chiamava ansia “buona”. Questa persona si riferiva all'ansia buona come a quella che proviamo prima di un esame o un appuntamento di lavoro importante e che ci permette di rendere al meglio. Molte persone provano un'ansia moderata e riescono quindi a incanalarla, riuscendo a sfruttarla per essere più produttivi, come accade ai perfezionisti, costantemente alla ricerca di un modo per migliorarsi. Le persone di successo sono spesso estremamente ansiose. Esempi celebri sono Hemingway, Munch, van Gogh, Lincoln, Whoopi Goldberg, Fellini, Johhny Depp, lo stesso Sigmund Freud; la lista potrebbe continuare per molte righe. Queste persone hanno pagato un prezzo, più o meno alto, per i loro successi, ma sono comunque riusciti a dirigere l'ansia verso la creatività.

Il problema si crea quando la risposta messa in atto dal nostro corpo è sproporzionata rispetto all'eventuale pericolo. Ecco che allora l'ansia smette di essere “buona” e rischia di bloccarci, perdendo il suo significato originario di aiuto al buon funzionamento psichico. Anche negli animali si osservano comportamenti “bloccati”, che vanno dal freezing al “playing dead”.

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(Cliccando sulla foto si aprirà il video in una nuova finestra)


Potremo allora avere un aumento del battito cardiaco, nausea, capogiri, tutta una serie di manifestazioni lontane dal fornire una risposta utile al “problema” che in quel momento ci troviamo davanti. L'estremo di questo continuum è costituito dal disturbo d'ansia generalizzata (DAG) di cui soffre tra il 4 e il 5% della popolazione, di solito a partire dai 20 anni, per la maggior parte donne. Chi soffre di questo disturbo ha una qualità di vita indubbiamente bassa, vista la pervasività del disturbo e la possibilità di essere preoccupati più o meno per qualsiasi cosa, vivendo in un costante stato di tensione. Spesso a ciò si aggiungono i consigli che le persone tendono a dare agli ansiosi, come il classico “rilassati”, “non ci pensare”, “che vuoi che sia”, “andrà tutto bene”. Ecco che l'ansia non può che aumentare perché, a parte il consiglio, che come è facile capire non funziona, la persona non si sentirà compresa nemmeno dalle persone a lei più vicine. In molti casi è quest'ultimo l'ingrediente che può portare a sentimenti depressivi. Spesso depressione e ansia vanno a braccetto.

Il circolo vizioso dell'ansia
Pensiamo ad uno studente che si blocca e si rifiuta di andare a scuola perché proprio non ce la fa. Tutto il suo pensiero è incentrato sull'evento (l'andare a scuola) che vive anticipatamente più e più volte, immaginando gli scenari più nefasti, che non possono che aumentare il suo stato di allarme. L'ansia scatena altra ansia; questo è uno degli aspetti più difficili da affrontare. Tutto ciò ha una base fisica, oltre che psicologica. Il funzionamento del cervello è sempre teso a favorire le “strade note”, rafforzando i collegamenti più usati tra neuroni ed “eliminando” progressivamente quelli meno battuti; alla luce di ciò è facile immaginare come una risposta ansiosa, che si ripete nel tempo, faccia sì che il cervello si “sensibilizzi” e tenda a mettere in atto l'ansia di fronte a stimoli sempre meno forti. A quel punto si instaura un circolo vizioso che può rendere la vita di tutti i giorni un vero incubo. Tensione, preoccupazione, irritabilità, insonnia diventano costanti presenze. Per di più l'ansia diventa una risposta a stimoli sempre meno precisi, diventando la risposta “preferita” per una serie sempre più ampia di situazioni. La domanda che molto spesso si pongono le persone che soffrono d'ansia è: “perché ho l'ansia per una cosa così sciocca?”.
La risposta ha a che vedere proprio con il generalizzarsi della risposta d'ansia. Situazioni che normalmente sarebbero tranquillamente affrontate diventano fonte di grande ansia.

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L'ansia e la pandemia
Un altro buon esempio è la recente pandemia da Coronoavirus, causa di ansia in moltissime persone. Al di là dell'effettivo pericolo costituito dal virus, ritengo che la maggior parte dell'ansia che proviamo sia dovuta al bombardamento di informazioni che abbiamo circa le cause, le modalità di contagio, i possibili trattamenti. Si è scritto e detto tutto e il contrario di tutto, gettando la popolazione nella confusione più totale. Credo che possa essere una buona idea limitare la quantità di informazioni alla quale ci sottoponiamo ogni giorno, non disinteressandoci, ma non lasciandoci invadere da notiziari che continuano, ormai da mesi, a mandare messaggi contraddittori e, purtroppo spesso, privi di fondamenti scientifici.

L'ansia e i social media
Oggi si cominciano a studiare in maniera approfondita gli effetti dei nuovi mezzi di comunicazione, e si è riscontrato come ansia e depressione siano le conseguenze di un uso massiccio dei social, specialmente nei bambini e negli adolescenti. Si pensi all'ansia di ricevere un like o all'attesa che la persona alla quale abbiamo mandato un messaggio lo legga (la “terribile” doppia spunta blu di whatsapp). Tutto si gioca sul nutrimento della propria autostima, ma non è difficile capire come sia effimero misurare in tal modo il nostro valore come persone. Purtroppo è una tendenza che abbiamo visto crescere in questi ultimi anni. Naturalmente non si sta suggerendo che le nuove modalità di comunicazione siano da demonizzare: è come sempre lo scorretto uso del mezzo a poter causare guai.

I trattamenti
Diverse teorie psicologiche hanno sviluppato differenti metodiche di trattamento per questo disturbo psicologico: ad esempio Freud sosteneva che l'ansia fosse la risposta ad un conflitto inconscio, e la sua psicoanalisi consisteva nel rendere coscienti i pazienti di questi conflitti inconsapevoli. La psicoterapia psicoanalitica ha come obiettivo quello di concentrarsi non tanto sui sintomi, ma di giungere alla comprensione profonda delle motivazioni che la scatenano, e ha come risultato una maggiore capacità di tollerare i sintomi ansiosi. Approcci comportamentali si interessano ai condizionamenti che scatenano i sintomi. Ci sono poi tecniche che ogni persona può utilizzare da sola, come la meditazione, le tecniche di respirazione, l'attività fisica, la dieta.
É importante sottolineare come sia preferibile avvalersi dell'aiuto di una figura professionale che possa comprendere le esigenze particolari di ogni persona, dato che come abbiamo visto, l'ansia può assumere forme diverse in persone diverse. Allora saremo in grado di affrontare in un modo “cucito su misura” le difficoltà legate all'ansia, ad esempio con una psicoterapia affiancata con le tecniche sopra citate, per avere la maggior probabilità di tornare ad affrontare le sfide di ogni giorno con maggiore serenità.






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